La “Berlin Chair” viene progettata nel 1923 da Rietveld (http://www.edilone.it/Gerrit-Thomas-Rietveld_progettisti_y_80.html) per il Padiglione olandese all’esposizione di Berlino, da qui deriva infatti il suo nome. Con la creazione di questa sedia, Rietveld introduce nei suoi progetti due elementi importanti, cioè la simmetria e l’utilizzo dei pannelli piani . E’ realizzata in faggio laccato in nero, grigio e grigio medio, con le seguenti dimensioni: cm 74 x 58 x h 106. Inizialmente questa sedia doveva essere dipinta in diverse sfumature di grigio. Questo inverte lo sviluppo della Rosso-Blu Chair, che ha avuto inizio, nel 1918, come una sedia di legno non verniciato, e che ha acquisito il suo schema di colori famoso solo dopo che Rietveld ha preso coscienza del affinità sue opere 'con il movimento De Stijl.
Seguendo le indicazioni fornite per la 2° esercitazione ( vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons:http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) realizzo la “Berlin Chair” utilizzando delle semplici tavolette di legno multistrato e dei listelli di legno, colorandoli a secondo dei classici colori utilizzati da Rietveld, ed assemblandoli tra di loro con l'utilizzo di colla.
Pubblicato da Danila Punturiero a 1/06/2012 05:09:00 PM
Bibliografia di riferimento
Pubblicato da Angela Morabini a 1/10/2012 02:21:00 PM
Berlin Chair: esempio di design artigiano
Gerrit Thomas Rietveld è uno dei principali esponenti del Neoplasticismo, un movimento artistico che nasce intorno al 1914. Egli si ispira molto alle idee elaborate dal pittore Piet Mondrian applicandole al tridimensionale, creando così architetture dinamiche per mezzo di superfici asimettriche e sfalsate. Rietvield nella sua produzione architettonica trasforma tutto in lastre orizzontali e verticali che ricomposte tra loro generano un nuovo concetto d’involucro e bucatura facendo scomparire così la gerarchia tra le parti.
Durante la sua vita Rietveld si dedicò sopratutto alla produzione di arredi e mobili, attraverso i quali dimostrò la possibilità di un’organizzazione architettonica aperta. L'asimmetria e la costruzione con superfici, elementi che lo contraddistinguono, vengono perfettamente sintetizzati nella famosa Berlin chair.
La Berlinese è stata progettata appositamente per la sala espositiva di Rietveld e Huszar a Berlino nel1923. Questa sedia asimmetrica (il cui primo progetto risale al 1923) è ora realizzata secondo il suo ultimo disegno. Il materiale che utilizza è legno di quercia di altissima qualità che viene poi dipinto con i colori nero, grigio e bianco.
“Il progetto deve essere semplice e pensato con le mani”
Gerrit Rietveld
Infatti la ricerca architettonica di Rietveld si basava sulla sperimentazione, e proprio da questa sperimentazione sono partita per comprendere la costruzione della Berlinese.
Perciò comincio ad osservare e studiare un celebre quadro di Mondrian, pittore che ha influenzato molto la produzione di Rietveld. Da questo passo alla Berlinese, scomponendo, analizzando e ricomponendo gli otto elementi di cui è costituita.
Per verificare il corretto dimensionamento degli elementi dalla carta passo al digitale. Progetto il modello tridimensionale della sedia.
Una volta analizzato e conosciuto l’oggetto, il passo successivo è quello della costruzione.
K. Frampton, Storia dell’architettura moderna, 4° ediz., Zanichelli, Bologna 2008, cap. 16 pag. 164
Link immagini Casa Schroder
Pubblicato da Federica Papalia a 1/09/2012 11:49:00 PM
La “Berlin Chair” di Gerrit Rietveld
Gerrit Thomas Rietveld (Utrech, 24 giugno 1888 – Utrech, 25 giugno 1964) è stato un architetto e artigiano olandese. Fu tra i principali esponenti del neoplasticismo nel campo dell’architettura e del design. Architetto olandese tra i più importanti del ‘900 si ispira alle idee elaborate dal pittore connazionale Piet Mondrian che Rietveld applica alle tre dimensioni lavorando sullo sfalsamento geometrico asimmetrico e sulla ricerca del dialogo formale tra i volumi e colori primari, secondo i principi del movimento De Stijl conosciuto anche come neoplasticismo.
Essendo un falegname lavorò intensamente nella produzione di arredi e mobili. Nel 1923 Rietveld progetta la “Berlin Chair”, un modello di sedia, per una mostra a Berlino.
Egli produsse quello che è praticamente una scultura di De Stijl in una edizione senza limiti, con tutte le caratteristiche giustapposizione di piani nello spazio e sottile differenziazione di parti utilizzando vari grigi, con le dimensioni di cm 74 x 58 x h 106.
Per la 2a esercitazione (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons:http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) ho scelto di realizzare proprio la “Berlin Chair” di Rietveld con degli stecchini in legno.
Il primo passo è stato quello di studiare e capire, attraverso il disegno, i diversi elementi che caratterizzano la sedia.
Riportando le misure sugli stecchini li ho tagliati con un taglierino assemblandoli tra di loro con l’utilizzo della colla vinilica, ricavando tutti gli otto elementi che caratterizzano la sedia; inoltre all’interno di essi ho inserito del compensato, tagliato su misura, conferendo così ai diversi elementi più resistenza.
Link di riferimento bibliografici:
Link di riferimento immagini:
http://www.markanto.de/product_info.php?language=en&products_id=895lunedì 9 gennaio 2012
Collana Ottaedra -Bracciale Ottaedro
Dopo aver disegnato su alcuni fogli di acetato blu e verde la costruzione piana di un ottaedro platonico mi sono apprestato a ritagliarla e a comporre tridimensionalmente gli ottaedri ottenuti mediante piegature, dando vita così a dei solidi regolari tali da ricordare delle grosse gemme trasparenti. Successivemente ho realizzato, servendomi di un filo zincato di diametro 1,25 mm, tre forme abbastanza circolari, ma non
delle circorenze perfette, tali da trasmettere un'idea di primitivismo e imperfezione, sulle quali, dopo averli opportunamente forati, ho fatto scorrere i miei ottaedri-gemme. Il risultato è un collare e un bracciale, abbastanza appariscenti, che
hanno un sapore grezzo, primitivo e leggero.
delle circorenze perfette, tali da trasmettere un'idea di primitivismo e imperfezione, sulle quali, dopo averli opportunamente forati, ho fatto scorrere i miei ottaedri-gemme. Il risultato è un collare e un bracciale, abbastanza appariscenti, che
hanno un sapore grezzo, primitivo e leggero.
Pubblicato da Davide_Basile a 1/09/2012 11:58:00 AM
unedì 9 gennaio 2012
unedì 9 gennaio 2012
Studiando Bruno Munari...
Studiando il materiale che la Prof.ssa Cecilia Polidori ci ha fornito nell'Esercitazione n° 2 (vedi sito specifico delle "Lezioni di design"-Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione ), e documentandomi in modo particolare sulla figura di Bruno Munari e il suo Alfabetiere ho creato questo bracelet con plastica e carta ricavata con ritagli di giornali.
Per realizzarlo ho utilizzato la pancia di una bottiglia di plastica per creare il bracciale; poi l'ho ricoperto con dello scoth e ho attaccato con la colla vinilica i ritagli di giornale.
Pubblicato da Valentina Laiacona a 1/09/2012 05:05:00 PM
martedì 3 gennaio 2012
BRACCIALI ETNICI
Attraverso gli esempi che la prof.essa Cecilia Polidori ci ha fornito nella seconda esercitazione (vedi sito specifico delle "Lezioni di design"-Twice Design Lessons:cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS: appunti Lezione 5 ,2° esercitazione) ho iniziato a fare diverse prove su come poter creare il mio bracciale.
Con materiali riciclabili e alla portata di tutti, con pochi e semplici procedimenti, ho realizzato dei bracciali che dalle forme geometriche come il quadrato e il cerchio, e dai colori accesi e vivaci, identificano e richiamano alla cultura e ai costumi dei diversi paesi (ad es. Egitto con il color oro,ecc..), prendendo il nome di Bracciali etnici.
Ho realizzato con la stessa tecnica due bracciali:
Nel primo bracciale: inizio ad incollare con la colla vinilica i fogli di giornale uno sopra l’altro fino ad arrivare ad uno spessore di circa 0,3mm. Nel passaggio successivo invece ritaglio la sagoma del bracciale, stampata su un foglio di carta con la forma e le misure precedentemente scelte. Quindi, appoggio la sagoma sui fogli incollati e con la penna segno la forma del bracciale, poi ritaglio lo spessore di carta di giornale e infine quando la colla è ben asciutta, passo il colore acrilico color oro o argento.
Fase di realizzazione del primo bracciale
Fase di realizzazione del secondo bracciale
Risultato dei BRACCIALI ETNICI
Pubblicato da Enza Lacopo a 1/03/2012 10:37:00 AM
venerdì 6 gennaio 2012
Per la seconda esercitazione, con riferimento alla piattaforma http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/ sulla pagina appunti Lezione 5, 2° esercitazione, ho scelto di realizzare due tipologie di bracelets, utilizzando principalmente la plastica fusa.
venerdì 6 gennaio 2012
Plastic & metal design - bracelets by Giusy Pesce for Paper Bracelets
Inizialmente ho ritagliato pezzetti di plastica da una bottiglia trasparente, dopo di che, ho cominciato a fonderne i bordi per renderli meno appuntiti e meno regolari tramite la fiamma di un fornello da cucina.
Nel passaggio successivo, invece, ho praticato un foro su ogni pezzetto di plastica utilizzando un ago, precedentemente surriscaldato tramite la fiamma del fornello.
Utilizzando degli smalti acrilici a rapida essiccazione, ho poi colorato i pezzetti di plastica fusa, dividendoli nelle tonalità del rame, dell'oro e del nero lucido.
Una volta asciutti, tramite un filo d'ottone Φ 1 mm, ho messo insieme i pezzetti di plastica alternando i colori.
Dopo aver raggiunto la lunghezza opportuna, ho completato il mio design bracelet alle estremità, inserendo le componenti di un classico gancetto di chiusura per gioielli.
Per la seconda tipologia di bracelets ho scelto semplicemente di tagliare delle ''fasce'' da una bottiglia di plastica per poi dargli delle forme particolarmente irregolari, fondendole al solito con la fiamma di un fornello da cucina. Nell'ultimo passaggio, ho colorato i miei design bracelets con gli smalti acrilici a rapida essiccazione e li ho lasciati asciugare.
La plastica, qualche volta, può trasformarsi in metallo prezioso...
Pubblicato da Giusy Pesce Design a 1/06/2012 06:31:00 PM
Mediante questo bracciale, vorrei esprimere l’idea della libertà ,l’elemento più opportuno per farlo,è attraverso delle ali di fate e farfalle,ricordando un mondo di magia e fantasia.
martedì 3 gennaio 2012
BUTTERFLY
Mediante questo bracciale, vorrei esprimere l’idea della libertà ,l’elemento più opportuno per farlo,è attraverso delle ali di fate e farfalle,ricordando un mondo di magia e fantasia.
Questo lavoro corrispondente alla seconda esercitazione spiegato dalla Prof.essa Cecilia Polidori. (vedi sito specifico delle "Lezioni di design"-Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione )
Per realizzare questo bracciale ho usato: Piatti di plastica,pasta,colori acrilici,filo zincato,foglio di rame.Il primo passaggio è stato quello di realizzare le ali,disegnandole nel fondo di un piatto di plastica e ritagliandone la sagoma,successivamente colorate su entrambi i lati
Per creare il corpo, ho usato la pasta ovvero “le penne rigate” e dipinte di oro,riprendendo le ali le ho riscaldate per modellarle, e infine ho unito tutti gli elementi della farfalla
Per la base,ho adoperato un foglio di rame,ritagliando una fascia,e inserendo all’estremità dei lati,del fil di ferro zincato,per rendere la base più resistente l’ho piegata su se stessa.
Pubblicato da Immacolata Lacopo a 1/03/2012 06:03:00 PM