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cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS - http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori
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capodanno in Times Square 2012, foto Francesco G. Teratone

capodanno in Times Square 2012, foto Francesco G. Teratone
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sabato 14 gennaio 2012

Rotoli di carta

In riferimento alla seconda esercitazione del corso di Design della professoressa Cecilia Polidori,
(link:http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html)
ho cominciato a guardarmi intorno alla ricerca di materiali da poter utilizzare per la realizzazione di bracciali.
Rotoli di carta
Ho pensato ad un materiale facilmente reperibile ed economico e tramite un video su youtube (http://www.youtube.com/watch?v=MY8wvklr9is&feature=related) ho deciso di utilizzare della carta di riviste.
Il bracciale è formato da rotoli di carta legati tra loro da un filo di rame di 1 mm che ho ricavato da vecchi fili elettrici.
Fasi di realizzazzione:
1. Ritagliare delle strisce di giornale di 4cm e partendo da una spigolo, arrotolare fino a formare delle cannucce e poi appiattirle.
2. Arrotolare la carta su se stessa in modo che si formi una rotella.
3. Una volta che si è raggiunto un numero sufficiente di rotelle, legarle con il filo di rame una consecutivamente all’altra.
4. Inserire dei gancetti per rendere più stabile il bracciale.



martedì 10 gennaio 2012

Fables's game Packaging


"Lo faccio per ampliare il principio che una storia si può interpretare in tanti modi diversi, e perchè mi annoia ripeterla sempre a macchinetta."

Seguendo le indicazioni dei tracciati packaging e applicando gli schemi che la docente ci ha mostrato per la 1° esercitazione (vedi sito specifico Lezioni di design - Twice design lessons:cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS: appunti Lezione 4, 1° esercitazione) ho pensato di realizzare un anello portarotoli che riprendesse il tema de Il gioco delle favole di Enzo Mari, avendo già trattato l'argomento in un post precedente.

Ecco il mio fables's game packaging


Dopo aver disegnato su cartoncino alcuni dei 46 animali che costituisco il gioco, procedo con   incollare le parti direttamente sul mio packaging.  A destra  le diverse fasi della realizzazione:



Il risultato finale ottenuto è dovuto ad uno studio interpretativo del gioco di Mari, cercando di rappresentare in maniera fedele l'intento che egli stesso aveva dato al gioco, cioè la possibilità di inventiva e di libero arbitrio nel raccontare le favole senza avere una logica già prefissata , stimolando la creatività di grandi e piccini.


Per quanto riguarda il secondo portatavole ho preso sempre in considerazione Il gioco delle favole ma riportando, in questo caso, solo la copertina del gioco nei diversi colori che ho già utilizzato precedentemente così da non creare un forte contrasto, con il nome del gioco in diverse lingue, secondo le differenti produzioni.
Mentre nel packaging precedente ho preferito utilizzare una base bianca, in questo ne ho scelto una nera. Accanto vediamo le diverse fasi della sua realizzazione:

Risultato del secondo packaging




structural packaging "Le Porte"

Approfondendo lo studio sugli oggetti di produzione Danese di Enzo Mari il mio interesse è stato catturato da   alcune edizioni di carte serigrafate. 
In particolare dall' edizione "Le Porte" e "Le Stanze".   



Nelle due stampe Le porte e le Stanze, Mari compie una ricerca nell'ambiguità percettiva degli spazi tridimensionali. Ognuna delle due stampe cerca di fornire all'osservatore alcuni esempi si ambiguità percettiva, rappresentando lo spazio reale con i limiti delle due dimensioni: esse rappresentano il passaggio dallo spazio all'astrazione in relazione al rapporto tra colori e volumi. Il volume dello spazio in queste stampe è rappresentato attraverso la sequenza di forme colorate.
Carta a mano stampata in serigrafia.
MISURE:
Decido di utilizzare le serigrafie di Enzo Mari per svolgere la prima esercitazione del corso di Disegno industriale tenuto dalla Prof. Cecilia Polidori. Ripropongo i motivi e i colori dell'edizione Le Porte e quindi inizio a disegnare il mio packaging:
quindi procedo con la realizzazione:

Packaging finito :

Le Corbusier – The Modulor – Anello Fermaelaborati

Per la realizzazione del mio packaging ho deciso di utilizzare “The Modulor” di Le Corbusier, studiata nelle lezioni passate.
Il Modulor è una scala di proporzioni basate sulle misure dell'uomo inventata dall'architetto svizzero Le Corbusier come linea guida di un'architettura a misura d'uomo. Questa scala di proporzioni è stata fondamentale per risolvere il problema dell’Existenzminimum (l’abitazione per il minimo vitale). Il sistema è basato sulle misure umane, la doppia unità, la sequenza di Fibonacci e la sezione aurea. Le Corbusier lo descriveva come "Una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura e alle cose meccaniche". Il Modulor è anche utile per la rappresentazione della figura umana. Le Corbusier pubblicò Le Modulor nel 1948, seguito da Modulor 2 nel 1955. Le Corbusier usò la scala del Modulor nella progettazione di molti edifici.

Nella parte superiore dell’anello troviamo uno schema semplice bianco e grigio, sul quale nella parte bianca è riportato il nome dell'oggetto (The Modulor – Le Corbusier). Al suo interno le pareti sono bianche. Alcune foto dell’elaborato finito dopo averlo ritagliato ed assemblato…


Realizzazione di un anello portarotoli: Il gioco delle favole

Per svolgere la prima esercitazione del corso, che consiste nella realizzazione di un anello portarotoli, ho scelto come tema Il gioco delle favole di Enzo Mari. Progettato nel 1965, questo gioco è composto da una serie di tavole raffiguranti animali, piante e oggetti che possono essere liberamente incastrate tra di loro secondo la creatività di chi vi si approccia, creando ogni volta scene e percorsi mutevoli.
Dopo aver realizzato il mio modellino in digitale, passo alla pratica: disegno lo schema su cartoncino, lo ritaglio e incollo le immagini che ho precedentemente scelto e stampato, ovvero alcune tessere del Gioco delle favole. Procedo dunque piegando e incastrando le varie parti del mio modello fino a quando la fase di montaggio è completa.
Ecco le varie fasi di montaggio...
....e questo è il risultato finale:

structural packaging: influsso mondriano!


"Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte".

Piet Mondrian
A Mondrian si ispira il celebre architetto e designer, fondatore del De Stijl, Gerrit RietveldL'esempio calzante di proporzione e semplicità è rappresentato dalla Red and Blue, poltrona caratterizzata da elementi primari e proporzioni bilanciate cosi da contribuire a creare un senso di armonia nei singoli individui. Si tratta di un linguaggio universale regolato da norme auree classiche, con semplici forme e con l'utilizzo dei colori primari; giallo, blu e rosso: il giallo rappresenta il movimento verticale dei raggi solari, il blu è l'orizzonte celeste che contrasta con il giallo ed infine, il rosso, è l'unione dei due che si verifica all'alba ed al tramonto.
Facendo riferimento a Mondrian non si può tralasciare il movimento artistico del Suprematismo, creato dal pittore K. Malevic intorno al 1913 e teorizzato sul Manifesto del 1915. Malevic sosteneva che l’artista moderno doveva guardare ad un’arte libera da fini pratici ed estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Il fine perciò dell’artista era quello di ricercare un percorso che conducesse all’essenza dell’arte: un’arte astratta, superiore a quella figurativa.
Applicando il rigore geometrico, il modo di proporzionare il tutto(rettangoli aurei) e l'uso dei colori primari di Mondrian, ho realizzato il mio packaging.
Attraverso l'utilizzo di Autocad, ho ridisegnato il jpeg fornitoci dalla docenza(1) e successivamente ho cercato di trovare una soluzione per progettare una singola faccia, attraverso l'utilizzo di rettangoli aurei(2). Applicando a tutte le facce questa soluzione in maniera diversa(rotazione) (3), sono giunta al risultato finale, inserendo diversi colori (blu, rosso, giallo, nero).
Dopo aver stampato il modello (n° 3 della prima fase), ho ritagliato tutti i quadrati ottenuti dalla scomposizione, nell’intento di creare un qualcosa di particolare mediante il gioco di volumi. 
Successivamente, dopo aver tagliato i quadrati nel cartoncino da 1mm e in quello colorato, sono passata alla fase d’incollaggio di questi, con la mia base schematizzata stampata.




BURLESQUE BRACIALETS

"L' anima del design sta nella qualità della forma e nella sua ricerca sistematica"
E.Mari, 25 modi di piantare un chiodo, Mondadori, Milano, I edizione marzo 2011, pag.57
"Tutto è già stato fatto un milione di volte, non occorre inventare nulla"
E.Mari, 25 modi di piantare un chiodo, Mondadori, Milano, I edizione marzo 2011, pag.75
Riflettendo su queste affermazioni del maestro Enzo Mari contenute nel suo ultimo libro "25 modi di piantare un chiodo" comincio la mia seconda esercitazione del corso di design tenuto dalla Prof.ssa Cecilia Polidori presso la facoltà di Architettura di Reggio Calabria

(
http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/appunti Lezione 5, 2° esercitazione).

La mia ricerca parte dunque dall'idea di reinterpretare secondo le mie capacità e intuizioni un oggetto di design stranoto e diffuso, proposto in milioni di modelli diversi in tutto il mondo, il bracciale, l'accessorio di moda più amato ,e soprattutto, facile da realizzare.
Sono bastati infatti pochi semplici materiali d'uso domestico per realizzarne diverse varianti attraverso un metodo pratico ed economico.
Per realizzare questi braccialetti ispirati al celebre film "Burlesque" di Steve Antin ho utilizzato una bottiglia di plastica , che ho ritagliato per ottenere una sagoma circolare chiusa, ossia la struttura fondamentale del bracciale.
Successivamente ho rivestito l'anello di plastica con un foglio di cartone sottile sul quale ho poi incollato del nastro di velluto colorato.
Infine ho cucito a mano sul nastro di velluto una piuma colorata e una pallina di feltroprocurati in merceria.
E questo è il risultato


Per realizzare questi altri braccialetti adatti ad un evento speciale come un galà, ho utilizzato
della carta stagnola da cucinaun foglio di cartone e del fil di ferro da muratore per costruire la struttura del bracciale, che ho successivamente rivestito con del nastro fissato alla struttura tramite graffette metalliche.
Il modello è realizzato in due varianti
diverse.

Continuando la mia ricerca della forma mi sono imbattuta quasi per caso in questa creazione che è venuta fuori non da un idea precisa ma da alcuni semplici gesti del fare.
Ritagliando una bottiglia di plastica come avevo fatto precedentemente in uno specifico punto della mia bottiglia ho ottenuto una sagoma circolare quasi perfetta che da sola aveva già sembianze di bracciale. Dopo aver ammorbidito gli angoli con una fiamma, ho poi pensato di rivestirla con del nastro che avevo a portata di mano, di un color viola intenso, fissato alla struttura tramite graffette metalliche che ho opportunamente nascosto alla vista.
Il risultato è stato un bracciale molto semplice ma di grande impatto visivo e per questo ho deciso di mostrarlo.
Un altra elaborazione nella mia ricerca è scaturita inoltre dall'osservazione di una serie di oggetti "tecnici" che avevo in casa e che suggerivano un alto potenziale di trasformazione: viti, bulloni, dadi, fil di rame e di ferro, cordoncino colorato...

Ho modellato il fil di ferro fino ad ottenere un sforma sinusoidale continua in parte rivestita con del fil di rame e in parte arricchita con delle palline di feltro che hanno dunque svolto la funzione tipica delle "perline".
Il risultato é questo , un bracciale in ferro, rame e feltro con chiusura ad incastro.
Ho unito con un nodo da marinaio tre cordoncini colorati; in ciascun cordoncino ho poi inserito dei bulloni di acciaio di diversa dimensione che come dei ciondoli si muovono liberamente all'interno dei cordoncini. Infine ho legato i cordoncini all'altra estremità con del filo, cucendo su di essi una pallina di feltro che serve da gancio per il nodo e consente al bracciale di chiudersi.
INFINE, dopo una serie di sperimentazioni, sono arrivata alla definizione di una forma semplicissima , un modello elementare, estremamente facile da realizzare e per questo anche facilmente commerciabile, ma carico di un forte potenziale comunicativo.
L'ho chiamato "Message in the bracialet" poiché è proprio questa l'essenza del bracciale: lanciare, esprimere, comunicare un messaggio, che può essere un ideale così come un semplice desiderio o stato d'animo...visibile e comprensibile da tutti , proprio come accade sui Social Network.

L'occorrente per realizzarlo è banalissimo: nastro colorato, tubicino di plastica trasparente(come quello utilizzato per i radiatori delle auto reperibile in un qualsiasi rivenditore di pezzi di ricambio per auto)e un foglio di carta e una penna (o a scelta dei ritagli di giornale o frasi scritte al pc).
Si taglia il tubicino della dimensione necessaria a contenere le parole che si vogliono esprimere (se il concetto è piuttosto lungo si realizzeranno più bracciali).
All'interno di questo involucro di plastica si inserirà la frase scelta da comunicare aiutandosi con un ago da cucito; con lo stesso ago poi si inserirà all'interno del tubicino anche il nastro e voilà il bracciale è fatto: basta annodarlo al polso e il "gioco è fatto"!
Il mio messaggio é proprio l'insegnamento di Enzo Mari
"L'ANIMA DEL DESIGN STA NELLA QUALITA' DELLA FORMA"

lunedì 9 gennaio 2012

Naturelle Bracelet

Per la seconda esercitazione del corso di Design Industriale a.a. 2011-12, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, diretto dalla Prof.ssa Cecilia Polidori (vedi sito specifico http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html), ho scelto come tema la realizzazione dei Paper Bracelets.
Avendo a portata di mano tre tipi di corda in fibra naturale: un gomitolo di spago in lino, sottilissimo, da 2  mm (quello che si utilizza in cucina di solito),  un altro, sempre di spago,  in cotone lucidato, da 4 mm,  e infine una bobina di rafia,  mi sono lasciata ispirare dalle loro tonalità ecrù per creare “la mia collezione Naturelle”.
MATERIALI E  STRUMENTI:

      Corda naturale:
spago, rafia
·         Colla vinilica
·         Scotch di carta
·         Forbici
·         Metro da sarta
·         Vasetto di vetro
(22 ø)
·         Anello di plastica 
     (ricavato da una bottiglia 
     da 50 cl)  

            MODELLO Lumiére: STEP 1
Per questo modello ho utilizzato la rafia, 
che ho accuratamente avvolto attorno al 
barattolo di vetro,  fissando la prima 
estremità con un pezzetto di scotch di carta. 
STEP 2 
Una volta creato l’anellino (largo poco più di un centimetro), l’ho spalmato con abbondante colla vinilica aiutandomi con le dita e una volta finito l’ho lasciato asciugare.  
Dopodiché ho estratto delicatamente il braccialetto dal vasetto di vetro e passando alla fase decorativa, ho creato dei tasselli rettangolari con lo spago da 2 mm, che ho fatto passare intorno al bracciale e che ho fissato successivamente con della colla. STEP 3
Di questo modello ho realizzato anche un altro tipo di bracciale, privo di decori, ed un anello, seguendo i medesimi procedimenti, con la differenza che per la circonferenza ho utilizzato una penna multicolore. 
MODELLO Solide: STEP 1 
Per questo modello mi sono servita 
dello spago di cotone lucidato, che ho 
avvolto, questa volta, intorno all’anello 
di plastica, ritagliato precedentemente 
da una semplice bottiglia d’acqua da 50 cl, 
e anche qui mi sono aiutata per la prima 
estremità con dello scotch di carta.     
STEP 2 

Successivamente, ho passato la colla vinilica intorno a tutto il bracciale ed ho aspettato che diventasse 
rigido prima di togliere la plastica interna.




Di questo modello ne ho creato una variante costituita da due fasce separate. 
MODELLO Tressé: STEP 1 
Per quest’ultimo modello ho deciso di utilizzare lo spago di lino e come prima cosa ho misurato la lunghezza del filo da tagliare, che ho ripiegato più volte per poi iniziare ad intrecciare i fili a coppie.   

Finita la treccia, ho passato, come nei precedenti casi, la colla vinilica lungo tutto il bracciale. In seguito ho incollato le due estremità del bracciale per chiuderlo.  STEP 2
Di questo modello ho creato vari tipi di intrecci, anche con tipi di corda differente.